L'atroce inganno sui social, minorenni adescate online
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L’atroce inganno sui social, minorenni adescate online

Bambina impaurita

Arrestato in Islanda un 48enne italiano, che per anni ha adescato ragazzine sui social chiedendo foto sessualmente esplicite.

Un uomo italiano di 48 anni è stato arrestato in Islanda con l’accusa di aver adescato minorenni sui social network e piattaforme di messaggistica per ottenere da loro immagini sessualmente esplicite. L’uomo, che operava online da oltre tre anni, è sospettato di aver minacciato e ricattato almeno 50 vittime solo in Italia.

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Il caso dei minori adescati sui social

Attraverso minacce e ricatti, costringeva le minorenni che contattava sui social ad inviare immagini sessualmente esplicite. E’ la cruda realtà che si nascondeva dietro lo schermo di un 48enne, trasferito in Islanda, che per tre anni ha operato in maniera disgustosamente meticolosa.

Le indagini, condotte dal Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online (CNCPO) del Servizio di Polizia Postale, sono state rese particolarmente difficili dall’utilizzo da parte dell’indagato di numerosi nickname e utenze telefoniche estere. Tuttavia, le forze dell’ordine sono riuscite a localizzare l’uomo in Islanda, dove è stato arrestato.

L’accusa nei suoi confronti è di detenzione di materiale pornografico realizzato con sfruttamento di minori e sostituzione di persona. A seguito delle evidenze raccolte e dell’allarme sociale suscitato dalle condotte dell’indagato, il giudice per le indagini preliminari ha emesso un mandato di arresto europeo, con custodia cautelare in carcere.

Pedopornografia online, un problema diffuso

Questo caso rappresenta solo una piccolissima parte di un problema molto più ampio. L’anonimato garantito dalla rete permette infatti a individui con intenti criminosi di adescare minori in modo subdolo attraverso i social network.

Le vittime di tali crimini, spesso troppo impaurite o vergognose per parlare, sono molte di più di quelle che si rivolgono alla polizia in cerca di aiuto. Questo caso, come molti altri che lo precedono, rivolgono l’attenzione sulla necessità di intervenire per una maggiore protezione dei minori online.

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ultimo aggiornamento: 7 Febbraio 2024 17:32

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